Un outsider per Palazzo Vecchio: intervista a Francesco Zini
a cura di Giovanni Moscato
Lei è l’unico candidato Sindaco di questa tornata elettorale ad
avere dei figli. Cosa può fare l’Amministrazione per i più giovani e per
le Famiglie?
Firenze sonnecchia, ma non troppo. A sei settimane dalle elezioni per
il rinnovo del Consiglio comunale, dopo mesi di non scelte e confronti
evitati, il dibattito politico pare finalmente ravvivarsi.
Questa rubrica è nata per dare spazio ai candidati, allo scopo di
favorire una scelta informata e non rassegnata da parte della
cittadinanza. Oggi ospitiamo il Prof. Francesco Zini, aspirante Sindaco
della lista civica “Firenze Cambia”.
Chi è Francesco Zini? Cosa ha fatto e cosa fa nella vita?
Sono nato a Firenze nel 1976, dove ho vissuto fino ai 19 anni. Laurea a
Roma e Dottorato a Torino. Dopo 7 anni di docenza all’Università di
Verona, sono passato a quella di Siena come Professore associato di
Filosofia del Diritto e Storia del pensiero politico nella facoltà di
Scienze Politiche. Dopo tanto peregrinare in giro per l’Italia, vivo a
Firenze e sono contento di essere tornato “a casa”.
Cosa ne pensa dello stato in cui il PD riconsegna Firenze, dopodue mandati consecutivi diDario Nardella e una assenza di alternativa politica che, in questa città, perdura ormai da decenni?
Penso che ci sia un problema di distacco dalla realtà. In tutti i
sistemi politici, quando si governa senza una alternanza, si determina
una forma di conservazione e di auto-ripiegamento su se stessi che porta
a perdere la visione dei problemi concreti ed il contatto con la realtà
dei cittadini. Credo quindi che il cambiamento in questo momento sia un
fatto necessario per ciascuno di noi e particolarmente qui a Firenze
dopo tanti anni in cui ha governato il PD.
Si è preso la briga di ascoltare la viva voce dei commercianti,
dei tassisti, dei corrieri, dei pensionati? Dal suo punto di
osservazione, che aria tira in città?
C’è sicuramente voglia di cambiamento. E dopotutto questa è una dinamica
naturale e necessaria della democrazia dell’alternanza. I fiorentini
chiedono alla politica di risolvere problemi urgenti e concreti come
quelli della sicurezza, del decoro urbano, della mobilità, dei
parcheggi, della qualità dell’aria e dell’acqua; ma chiedono anche di
avere una visione “alta” della città, ritrovando l’anima e il sogno di
Firenze per far volare ancora questa città.
Perché, in concreto, un cittadino fiorentino adesso dovrebbe votare per Firenze Cambia?
Faccio un esempio. Noi paghiamo la tariffa più alta d’Italia per la
fornitura di acqua potabile; ed è aumentata anche la Tari. Questo è
inconcepibile per una città che vive di turismo ma non ha beneficiato di
una restituzione in termini di vantaggi per i cittadini. E’ un
clamoroso sintomo di decadenza e discriminazione. I fiorentini devono
riprendersi la loro città e beneficiare di tutti quegli aspetti positivi
legati alla crescita ed alle opportunità che la città offre. Noi
dobbiamo restituire Firenze ai fiorentini, ma è importante che la
restituzione arrivi anche nelle periferie, nei quartieri popolari e
residenziali ed in tutta la Firenze esterna al Centro storico. Per
questo vogliamo creare una alleanza di reciproco beneficio tra tutti i
quartieri di Firenze.
Lei è l’unico candidato Sindaco di questa tornata elettorale ad
avere dei figli. Cosa può fare l’Amministrazione per i più giovani e per
le Famiglie?
Per me figli vuol dire futuro. E futuro significa rigenerazione urbana,
natalità, famiglia, sostegno. Spesso le famiglie vengono lasciate sole,
soprattutto quelle con figli in difficoltà o problemi. Noi vogliamo
creare un sistema di vantaggi e premialità per chi ha o fa figli, perché
i figli sono una ricchezza per tutta la città. Noi vogliamo fare molto
in questa direzione, partendo dalla istituzione di un Assessorato
specifico per le politiche della Famiglia.
Premesso che per le cosiddette Grandi Opere il Sindaco non è
l’unico attore con poteri decisionali, qual è la sua posizione sulla costituenda rete Tramviaria? Sappiamo che qui il tramway circolavaa fine ‘800, prima di essere smantellato una sessantina di anni fa. Ha ragione chi sostiene che riportare oggi il treno urbano a Firenze, oltretutto sventrando una città, sia una scelta improvvida?Proprio non esistevano soluzioni più moderne o meno invasive di questa?
La mobilità è un tema decisivo. Ogni giorno, tra turisti e pendolari,
arrivano in città centinaia di migliaia di persone: quasi la metà
dell’intera popolazione residente. Noi vogliamo creare un autentico
sistema di convenienza sulla mobilità. Prendiamo il caso dei più
giovani: quando il sistema di bike sharing funziona, i ragazzi sono
abituati ad utilizzarlo. La nostra proposta è quella di abituare tutti
ad usare i mezzi pubblici ma ad un prezzo calmierato. Alcune scelte,
come la tramvia, non le abbiamo condivise. Anzi le subiamo. Ma queste
opere già ci sono o sono in corso e con questa realtà noi dobbiamo fare i
conti razionalmente e pragmaticamente. Non possiamo certo revocare
appalti già concessi e in corso, ma possiamo fare di tutto per
restituire alla città i danni ed i rischi provocati dalle scelte fatte
nel passato. Firenze sta subendo opere strategiche di interesse
nazionale -pensiamo al sottoattraversamento ferroviario e alla nuova
stazione Foster: ecco, noi chiediamo alle Ferrovie di compensare questi
danni e rischi con nuove risorse da restituire alla cittadinanza e
magari per consentire agli under 21 di utilizzare il bus gratuitamente
con benefici per l’intero sistema di mobilità urbana.
Ed in effetti Firenze oggi appare prigioniera di una mobilità urbana cervellotica e punitiva: transenne o fioriere secche al posto dei parcheggi per scooter, piste ciclabili scolpite nel deserto, cantieri perenni, sensi di marcia che producono un consistente aumento dei tragitti, quindi deitempi di spostamento e dell’inquinamento complessivo. Questa è decisamente una competenza e responsabilità dell’Amministrazione comunale. La sua eventuale Giunta si sentirebbe dirompere col passato e assegnare l’Assessorato alla Mobilità ad un professionista pragmatico invece che al solito funzionario di partito?
Assolutamente sì. Noi su questo tema, come su quello collegato
dell’Ambiente, non siamo ideologici ma vogliamo mettere al primo posto
il benessere e la salute dei cittadini. Siamo disponibili anche a fare
di Firenze un laboratorio ambientale, aperto alle proposte di tutti ed
usare la città come espressione di innovazione su questi temi. Ma a
differenza di oggi, senza creare danni alla cittadinanza per ottenere
dei benefici.
Lo Scudo Verde è la cifra ideologica di una Sinistra sempre più cinica e snob: non tocca chi potrà permettersi il lusso dell’auto nuova macolpisce selettivamente i deboli, proprio in quanto meno abbienti. Con Firenze Cambia vincerà la Tesla o Robin Hood?
Noi siamo più verdi dello Scudo Verde e per questo non lo vogliamo. Si
tratta della classica iniziativa che sposta il problema senza
risolverlo: viene imposto l’inquinamento alle periferie del comune di
Firenze, dove opererà questa barriera, ma i venti e l’aria si
sposteranno comunque. Quindi lo Scudo si rivelerà una misura del tutto
inutile. Noi al contrario vogliamo gestire in modo più realistico la
fase di transizione verso l’elettrico: in primo luogo senza penalizzare
la mobilità privata. Inoltre valorizzando soluzioni più a portata di
mano, come il GPL, che oltretutto si basa su una tecnologia e su
aziende italiane, non cinesi o d’oltre oceano. In Italia esistono
tantissimi brevetti per ridurre l’inquinamento in modo efficiente, ad
esempio sui filtri anti-particolato delle automobili. Poi, il giorno in
cui la soluzione elettrica sarà concretamente disponibile ed applicabile
su larga scala, con costi ed impatto realmente sostenibili per tutti,
allora potremo completare la transizione dal motore termico. Per il
momento è classista ed inefficiente puntare tutto sull’elettrico, specie
per chi vive in città e particolarmente nei condomini. Ma soprattutto è
inaccettabile questa idea di puntare a un ambiente più pulito a scapito
delle libertà dei cittadini ed in particolare della fascia sociale più
debole.